Le Piante pt. 7 - Movimento
- D. e M.
- 1 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min
I metalli, quando vengono scaldati, si dilatano; però non lo fanno tutti nello stesso modo, ma in base a forma, dimensione e soprattutto tipo di metallo.

(credit: Matematicamente)
Una lamina bimetallica è formata da due lastre di metalli diversi saldate assieme. Poiché i metalli non reagiscono allo stesso modo se scaldati, un metallo si dilata di più e l’altro di meno. Ma visto che sono saldati assieme, questa diversa lunghezza dei due metalli si traduce in una curvatura della lamina. Più si scalda (o si raffredda) la lamina, più essa sarà curva, entro un certo intervallo che dipende dai metalli usati. Per questo la lamina bimetallica può essere usata come termometro: basta fissare un’estremità e posizionare una scala graduata a fianco dell’altro capo.
Ma procediamo con calma e torniamo a considerare le piante. Negli scorsi post avevamo affermato che uno dei motivi per cui la maggior parte di noi non riconosce alle piante la dignità che meritano è a causa della loro struttura così diversa dalla nostra e da quella degli animali. In questo post andremo a considerare un altro aspetto che le differenzia dagli altri esseri viventi a noi più simili: la lentezza (apparente).
Non è vero che le piante non si muovono, semplicemente la maggior parte dei loro movimenti sono, ai nostri occhi, estremamente lenti, tanto da non riuscire ad apprezzarli. Nella stragrande maggioranza dei casi, i problemi delle piante non si risolvono con movimenti rapidi e bruschi; meglio dunque procedere lentamente e risparmiare energia preziosa.
Al contrario di ciò che accade normalmente per l’uomo e per gli animali, le piante possono sfruttare due tipi di movimenti: quelli attivi e quelli passivi. Per i primi la pianta deve spendere energia per compierli e si basano tutti su uno stesso fenomeno di base: il flusso di acqua attraverso le membrane cellulari. Le cellule dei vegetali possono essere più o meno «gonfie» in base a quanta acqua c’è al loro interno; regolando l’acqua, possono «gonfiare» di più o di meno le loro cellule, compiendo movimenti anche piuttosto complicati.
Il movimento attivo più sorprendente è probabilmente compiuto dalla Mimosa pudica, di cui avevamo già parlato nel post precedente. Quando questa bellissima pianta viene sfiorata, chiude le proprie foglie; anche questo movimento, evidentemente attivo, viene compiuto immettendo acqua nelle cellule alla base delle foglioline, attraverso un processo chiamato osmosi.
Tuttavia i più interessanti, da un punto di vista evolutivo, sono i movimenti passivi; questi vengono compiuti utilizzando l’energia presente nell’ambiente, cosicché la pianta non debba sprecare la propria. Anche in questo caso alla base del movimento c’è l’acqua, presente in maggiore o minore quantità nella parete cellulare.
Un esempio molto interessante di movimento passivo riguarda lo strobilo, ossia il nome scientifico dato ad un organo piuttosto comune in certi tipi di piante.

(credit: Wikipedia)
Lo strobilo è il nome scientifico di ciò che comunemente viene chiamata pigna, ossia l’organo che protegge le strutture riproduttive delle conifere.
La pigna deve affrontare l’arduo compito di trattenere i propri semi nelle giornate piovose e rilasciarli nelle giornate soleggiate. Questo probabilmente perché durante i giorni di pioggia i semi cadrebbero troppo vicini alla pianta madre, non garantendo una sufficiente dispersione. Questo compito si traduce in un movimento delle squame: chiuse se c’è pioggia e aperte se c’è sole.
Per compiere tale movimento la pigna adotta una soluzione ingegnosa, dal funzionamento molto simile a quello della lamina bimetallica. Ogni squama è composta da due tessuti che reagiscono in maniera diversa se bagnati, in rapporto al proprio grado di igroscopicità; proprio come i due metalli se scaldati. Analogamente alla lamina bimetallica, che si piega se scaldata, la pigna chiude le proprie squame se bagnata, impedendo così la fuoriuscita dei semi.
Per approfondire:
Per approfondire la dilatazione termica dei solidi e in particolare la lamina bimetallica
Fonti:
Biodiversi / Stefano Mancuso e Carlo Petrini / Giunti
Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale / Stefano Mancuso e Alessandra Viola / Giunti
Plant Revolution / Stefano Mancuso / Giunti
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