top of page

I Grandi Classici pt. 1 - L'origine delle specie

  • Immagine del redattore: D. e M.
    D. e M.
  • 8 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando abbiamo deciso di aprire questo blog, avevamo in mente uno spazio in cui andare per farsi traghettare verso luoghi spesso trascurati. Sapevamo bene che la ricerca di frontiera non sarebbe stata il nostro ambito principale: il nostro obiettivo non è quello di informare la gente sulle ultime scoperte fatte dalla scienza o sulle prossime sfide da affrontare, ma dare un piccolo contributo per capire come siamo arrivati alla conoscenza attuale. Sui giornali o sui social media si parla spesso, anche con titoli sensazionalistici, di ogni nuova scoperte; non viene però quasi mai dato spazio alle vecchie scoperte. Quelle vengono relegate ai (noiosi) libri di scuola, venendo quasi presentate come qualcosa che è accaduto tanto tempo fa ma che non ha molta influenza sul nostro presente.


Secondo noi, dovremmo dare molto più spazio a quelle informazioni. È inutile leggere di tante belle ricerche se non ne si capisce nemmeno il contesto. Per conoscere davvero ciò che la scienza sta facendo adesso, bisogna aver ben presente ciò che ha fatto in passato.


Ecco perché riteniamo che questa serie di post rappresenti bene l'obiettivo del blog: far conoscere le grandi scoperte scientifiche del passato per capire quelle del presente. E quale modo migliore se non presentare le opere dei grandi scienziati?


Per iniziare col botto abbiamo deciso di presentare il libro che probabilmente fu uno dei più criticati nella storia della scienza e, ahimè, lo è tuttora.


 

Com'è noto, L'origine delle specie di Charles Darwin fu scritto dal naturalista inglese in seguito alle prove raccolte durante e successivamente al suo viaggio sul Beagle.

 

Si incontra spesso gente che, in riferimento alla teoria dell'evoluzione, chiede se uno ci crede. Questo non capita mai con la relatività generale o con la tettonica a placche, per fare due esempi; sempre e solo con l'evoluzione. Ebbene chiariamolo una volta per tutte: si chiama teoria dell'evoluzione perché è una teoria, per l'appunto. Non è qualcosa a cui credere, se ci garba.


Come tutte le teorie può non essere perfetta, infatti è stata modificata più volte dall'originale darwiniana, ma è comunque supportata dai fatti. È la nostra migliore conoscenza di come si è evoluta la vita e finora nessun esperimento ha intaccato la sua validità. Anzi, è stata confermata volta dopo volta.


Se ancora oggi non gode di ottima fama, soprattutto in ambienti conservatori in cui regna ancora il creazionismo, è perché ci spodesta dal ruolo di dominatori del mondo e fine ultimo di tutto ciò che esiste. Darwin fu sempre consapevole della portata rivoluzionaria della sua teoria; per questo impiegò una ventina d'anni per scrivere il libro, rimanendo sempre molto cauto nelle sue affermazioni.


Nonostante ciò, i suoi contemporanei faticarono non poco ad accettare l'idea di avere un antenato in comune con le scimmie. E, ancora oggi, molti sono restii ad accettare l'idea che le mutazioni che hanno portato a noi, come a tutte le altre specie, siano state casuali. Sono il caso e la selezione naturale gli elementi cardine della teoria di Darwin: è casualmente che avvengono le modifiche al DNA ed è attraverso la selezione naturale che si decreta se queste modifiche siano vantaggiose o meno. Non c'è un fine o uno scopo e questo può metterci a disagio.


Non vogliamo entrare nell'ambito filosofico della teoria, poiché si aprirebbe un mondo di opinioni. In questo post abbiamo brevemente accennato ad una teoria immensa e difficilmente riducibile ad un semplice slogan. Per andare a fondo e capire veramente questa teoria così discussa, dovete andare all'origine e leggere L'origine ...


 

Per approfondire:


Libro L'origine delle specie


Un buon sunto della teoria darwiniana



Dubbi o curiosità? Lascia un commento

Comentários


Unisciti alla nostra Mailing List

Grazie per esserti iscritto, non te ne pentirai

bottom of page