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Le Piante pt. 2 - Esseri modulari

  • Immagine del redattore: D. e M.
    D. e M.
  • 25 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 mag 2020

In un futuro non troppo remoto potremo allevare maiali geneticamente modificati per trapiantare i loro organi negli umani. Ultimamente si stanno studiando anche le scimmie, per la somiglianza del loro DNA al nostro. La strada da percorrere per raggiungere questo obiettivo è ancora lunga, non priva di rischi sia etici che scientifici; eppure, se questo traguardo venisse raggiunto, si potrebbero salvare molte vite, riducendo di gran lunga le attese per un trapianto d’organi.


 

(credit: eGenesis)

Trapiantare nell'uomo organi animali fa sorgere numerosi problemi, ma potrebbe salvare molte vite.

 

Tutto ciò sembrerebbe non avere nessun nesso con il mondo vegetale, ma serve a ricordare che, a volte, ci si trova nella difficile situazione di dover sostituire un organo.


Il corpo umano, da tempo associato all’idea di una macchina perfetta, funziona perché ad ogni organo è attribuito un compito. Il cuore pompa il sangue, il cervello pensa e coordina, gli occhi ci permettono di vedere e così via. Si può dire che noi, come gli animali, abbiamo organi unici: in un certo senso è questo che ci caratterizza come «individui» cioè, letteralmente, non divisibili. Se ci stacchiamo un braccio, questo non inizia a crescere per conto proprio creando una nuova persona e a noi non ricresce il braccio.


Qualcosa di simile invece accade in una pianta: dividendola in due, entrambe le metà possono vivere e crescere indipendentemente l’una dall’altra. Il motivo per cui le piante si sono evolute con questa capacità è chiaro: essendo organismi sessili, cioè che non possono spostarsi, hanno trovato questa strategia per sopravvivere a grandi asportazioni. La predazione ha imposto che le piante non abbiano organi specifici, poiché le renderebbe deboli; se ogni volta che passa un erbivoro dovessero fare a meno di un organo, non avrebbero vita lunga.


 

(credit: Wikipedia)

Molte piante vengono riprodotte per talea, cioè asportandone un pezzo che viene messo in acqua o terra. Da questo crescerà una nuova pianta.

 

Invece, le piante si sono evolute in maniera modulare, in cui le funzioni sono distribuite in tutta la pianta e non legate a singoli organi, così da non avere nessuna parte davvero indispensabile. Con una struttura così particolare, ampie parti del loro corpo possono essere predate senza minacciarne la sopravvivenza.


Forse non riusciamo a considerare le piante allo stesso livello di altri esseri viventi per via della grande differenza strutturale tra noi e loro. Noi abbiamo un centro di comando, il cervello, e alcuni organi importanti che svolgono poche ma specifiche funzioni. Le piante invece tendono a decentrare: ogni parte svolge quasi tutte le mansioni necessarie per la pianta, avendo così molte unità reiterate, che le permettono di sopravvivere a grandi asportazioni.


In conclusione, la modularità rende le piante molto più simili ad una colonia che ad un individuo. Prendiamo una colonia di formiche, escludendo la regina: ogni formica svolge un ruolo ed è importante per la colonia, ma nessuna è fondamentale. La colonia potrebbe sopravvivere anche perdendo molte formiche, così come una pianta sopravvive anche se potata e mangiata.


 

Per approfondire:


Canale Youtube dedicato esclusivamente alle formiche


Fonti:


Articolo Ecco i maiali con dna modificato, per trapiantarne gli organi negli umani


Articolo In Cina nasce il primo ibrido uomo-scimmia


Biodiversi / Carlo Petrini e Stefano Mancuso / Giunti


Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale / Stefano Mancuso e Alessandra Viola / Giunti

Plant Revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro / Stefano Mancuso / Giunti


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