Le Piante pt. 8 - Comunicazione
- D. e M.
- 22 lug 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Provate a pensare a come sarebbe la nostra vita se, per esempio, l’indice della nostra mano potesse comunicare con l’anulare senza che l’informazione passi dal cervello. Probabilmente è uno scenario troppo diverso dalla nostra realtà per poterlo anche solo immaginare, ma è esattamente ciò che fanno le piante.
Nei post precedenti abbiamo visto come le piante siano in grado di percepire e raccogliere molte informazioni attraverso i loro sensi. Ma tutti questi dati sarebbero alquanto inutili se non venissero poi utilizzati e, per farlo, le piante devono necessariamente essere in grado di comunicare. In effetti possiamo considerare due tipi di comunicazione: quella interna alla pianta stessa e quella esterna, rivolta ad altre piante o animali.
Iniziamo a considerare la comunicazione interna, probabilmente la più intuitiva, e lo facciamo con un esempio.

(credit: Wikipedia)
Gli stomi sono dei piccoli pori presenti sulle foglie, in particolar modo sulla pagina inferiore. Questi possono essere aperti o chiusi, a seconda delle necessità della pianta.
Nella foto: uno stoma visto al microscopio elettronico a scansione.
La funzione degli stomi è quella di scambiare gas con l’ambiente; nello specifico, assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno. L’anidride carbonica (CO2) è un ingrediente fondamentale della fotosintesi, dunque a prima vista sembrerebbe opportuno lasciare gli stomi sempre aperti, per far entrare più CO2. Però, così facendo, la pianta perde molta acqua, che evapora attraverso queste piccole fessure. Se ha appena piovuto e il terreno è molto umido questo non è un problema; ma se è secco e le radici non riescono a trovare acqua è spesso necessario chiudere gli stomi.
Appare dunque di fondamentale importanza la comunicazione continua tra chioma e radici, ma non solo; tra radice e radice, tra chioma e chioma. In pratica tutte le parti della pianta comunicano con tutto il resto. Ecco il motivo dell’idea presentata all’inizio del post: essendo la pianta strutturata modularmente e non avendo un centro di controllo, come il nostro cervello, le informazioni possono partire da un qualunque punto e arrivare in un altro, senza che ci sia la necessità di passare per un organo che le elabori.
Queste informazioni vengono trasmesse attraverso tre tipi di segnali: elettrici, idraulici e chimici. I primi sono i più rapidi, visto che percorrono l’intera pianta in qualche secondo, ma forniscono solo le informazioni fondamentali. I segnali chimici invece sono quelli che portano il messaggio completo, ma sono anche i più lenti: se l’albero è alto possono impiegarci addirittura dei giorni!

(credit: Agi)
Nella serie televisiva della HBO Breaking Bad, per ben due volte viene preparata la ricina, un veleno potentissimo ricavato dai semi di ricino.
Prima di vedere più nel dettaglio cos’hanno da dire le piante al resto del mondo, è bene chiarire un aspetto. Fin dagli albori dell’umanità, è noto che alcuni semi e alcune bacche sono velenosi. Fin qui nulla di strano: la pianta protegge la sua progenie rendendola velenosa. Ma se questo meccanismo permette ai semi di non essere mangiati e, apparentemente, di crescere e diffondersi maggiormente, perché non è stato adottato da tutte le piante?
Se la distinzione fosse semplicemente che i semi non velenosi vengono mangiati mentre quelli velenosi vengono risparmiati, allora probabilmente l’evoluzione avrebbe reso tutti i semi velenosi. Ma la realtà, come spesso accade, è più complicata. Infatti il rapporto tra semi e animali non si limita a preda-predatore; spesso si instaura una collaborazione che porta vantaggi ad entrambi. Pensiamo ai frutti: una funzione è sicuramente di proteggere il seme, ma fungono anche da ricompensa. L’animale mangia il frutto, creato appositamente dalla pianta per soddisfare i suoi gusti, e in cambio trasporta e disperde i semi a grande distanza. Il fatto che ciò venga fatto inconsapevolmente non toglie che sia un rapporto mutualistico, in cui entrambe le parti ci guadagnano.
Oppure pensiamo a quella sostanza dolce e zuccherina che è il nettare dei fiori: apparentemente è un costo inutile per la pianta, perché spende energia per produrre una sostanza così zuccherina che poi verrà mangiata da altri. Ma se si considera che, oltre al nettare, verrà trasportato anche il polline allora si capisce il guadagno della pianta: rinuncia a parte della propria energia per garantire una maggiore e più efficiente diffusione del polline.
C’è anche da dire che una pianta non instaura un dialogo solo con gli animali, ma anche con le altre piante. Nel post dedicato all’olfatto abbiamo già visto come vengano prodotte centinaia di sostanze chimiche, da noi percepite come odori, che vanno a comporre il linguaggio vegetale.
Un esempio particolarmente significativo di comunicazione tra vegetali riguarda la famiglia: ebbene sì, è stato dimostrato che certe piante sono in grado di riconoscere i parenti più stretti. Se l’obiettivo di ogni pianta è trasmettere il proprio corredo genetico, riconoscere i parenti più prossimi, cioè quelli con un corredo molto simile, è un grande vantaggio evolutivo: infatti, decidendo di non competere con i propri fratelli, ma anzi di cooperare, si risparmiano energie preziose e ci si assicura di non ostacolare la propria famiglia.
Appare evidente dunque come le piante siano molto più complesse e strutturate di ciò che potrebbe apparire. Tendenzialmente abbiamo l’abitudine di cercare nel resto del mondo ciò che ci è famigliare e a considerare sbagliato o inferiore ciò che non ci assomiglia; ma dovremmo cercare di superare questi preconcetti, perché potremmo imparare molto da esseri che, seppur in maniera diversa da noi, hanno una vita non meno sociale di quella di molti animali a noi più noti.
Per approfondire:
Articolo I "canali di comunicazione" delle piante
Fonti:
Articolo su Nature Family roots
La vita segreta dei semi / Jonathan Silvertown / Bollati Boringhieri
Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale / Stefano Mancuso e Alessandra Viola / Giunti
Dubbi o curiosità? Lascia un commento
Comments